Che cos’è lo Yin Yoga

Che cosa aspettarsi dalla pratica

La caratteristica principale dello yoga yin è il mantenimento delle posizioni per un tempo più lungo, in modo da esercitare un’azione lenta, sostenuta e delicata sul tessuto connettivo attorno a un’articolazione, mantenendo i muscoli circostanti rilassati.

Come è nato lo Yin Yoga?

Nasce nel XX secolo come uno dei diversi filoni occidentali di sviluppo dell yoga classico. Si tratta di una fusione del pensiero indiano e della filosofia taoista, con elementi di medicina cinese.

Il fondatore dello yoga yin è l’americano Paul Grilley, allievo del maestro di arti marziali Paulie Zink e di Hiroshi Motoyama, che gli insegnò la teoria dei meridiani e le loro interconnessioni con le asana.

Il Tao e la via taoista breve

Quando yin e Yang sono divisi uno dall’altro,
la forza della vita appassisce e il respiro della vita si estingue
— I-CHING

Nel pensiero cinese la nascita del mondo viene rappresentata come un processo in cui da una totalità indifferenziata, o vuoto (WUJI) si distinguono due principi opposti, dinamici e complementari: Yin e YANG. Da questa distinzione tra yin e Yang ha origine l’universo e la vita in ogni sua forma, manifestazione e trasformazione (”le diecimila cose”). Lo Yin è il principio negativo, nel senso di sottrazione, buio, femminile, passività, terra, acqua, luna etc. Lo Yang è il principio positivo, nel senso di addizione, luce, maschile, attività, cielo, fuoco, sole etc

Su che cosa lavora lo Yin Yoga: a livello fisico

A livello fisico, lo yin yoga lavora sul tessuto connettivo. Il tessuto connettivo è una componente fondamentale del corpo umano che svolge vari ruoli cruciali, inclusi il supporto e la connessione di altri tessuti, la difesa dell'organismo e il trasporto di sostanze essenziali. Esso è composto principalmente da tre elementi: cellule, fibre (come collagene ed elastina) e una matrice extracellulare, che insieme forniscono sostegno e integrità strutturale a pelle, ossa, muscoli, vasi sanguigni e organi interni.

Storicamente, il tessuto connettivo non ha sempre ricevuto molta attenzione nella ricerca medica, spesso considerato meno significativo rispetto ad altri tipi di tessuti come quelli muscolari o neuronali. Tuttavia, con l'avanzare delle conoscenze scientifiche, è emersa la sua importanza in numerosi processi fisiologici e patologici, inclusa la sua funzione nel sistema immunitario e nella risposta infiammatoria.

Nel corso del XX secolo, la ricerca ha iniziato a svelare come il tessuto connettivo agisca come un sistema di comunicazione all'interno del corpo, influenzando il benessere generale e la risposta agli stimoli esterni.

I vantaggi di un tessuto connettivo sano si riflettono in una migliore supporto strutturale per il corpo, una diminuzione del rischio di infortuni e una migliorata capacità di guarigione. Un tessuto connettivo ben mantenuto facilita anche una migliore idratazione dei tessuti e un'efficace trasmissione delle forze attraverso il corpo, migliorando le prestazioni fisiche e la mobilità quotidiana.

Su che cosa lavora lo Yin Yoga: a livello mentale ed energetico

A livello mentale ed energetico, lo yin yoga lavora su abbandono e non attaccamento.

L'abbandono, o vairagya in sanscrito, implica il distacco dai desideri mondani e dalle aspettative. Questo non significa rinunciare al desiderio o alla gioia di vivere, ma piuttosto coltivare una relazione meno dipendente e più consapevole con i propri desideri e reazioni emotive.

Nel contesto specifico dello Yin Yoga, l'abbandono diventa una componente pratica durante l'esecuzione delle posizioni. Yin Yoga richiede che le posizioni siano mantenute per periodi di tempo prolungati, spesso fino a cinque minuti. Durante questo tempo, i praticanti sono incoraggiati a "abbandonarsi" fisicamente nelle posture, permettendo che la gravità faccia il suo lavoro e accettando il corpo così com'è, senza forzare o resistere. Questo facilita un approfondimento nell'allungamento dei tessuti connettivi e promuove una maggiore circolazione energetica nei meridiani associati.

Il non attaccamento, o aparigraha, si riferisce all'idea di non essere legati ai risultati delle proprie azioni, una nozione che è al cuore della filosofia dello yoga. Nello Yin Yoga, questo principio si manifesta attraverso la pratica di entrare in una posizione e mantenerla con uno sforzo minimo, rimanendo aperti alle sensazioni del momento senza giudizio o aspettativa. Questo stato di apertura favorisce una meditazione più profonda e permette una maggiore consapevolezza di sé.

Abbandono e non attaccamento guidano i praticanti verso una maggiore comprensione di sé e verso la libertà interiore. Questi principi aiutano a sviluppare la pazienza, la resilienza e una calma duratura, enfatizzando l'importanza del processo piuttosto che del prodotto finale delle proprie pratiche. Questa prospettiva può estendersi oltre il tappetino, influenzando positivamente la vita quotidiana e le interazioni con gli altri.

Curiosità: proprio perché derivano da tradizioni diverse e hanno scopi differenti, le posizioni nello yoga Yin hanno spesso nomi diversi rispetto alle posizioni dello yoga tradizionale - per esempio la posizione del piccione (Eka Pada Rajakapotasana) nello yoga yin si chiama del “cigno”.